Gay pride e comunicazione della diversità

Diversity Notizie |  28 Maggio 2019

Sabato 8 giugno, nella mia bellissima città, Trieste, ci sarà ancora più bellezza. Non sarà soltanto quella dei colori dell’arcobaleno, ma anche e soprattutto quella della diversità. Il Gay pride celebrerà ancora una volta la gioia di viverci per ciò che siamo, contro ogni stereotipo e omologazione. Che, se ci pensiamo bene, è anche il fondamento di una buona comunicazione.

Nel mio lavoro non c’è azienda che non mi chieda di “fare un po’ di benchmark” per “capire come fanno gli altri”, il più delle volte per non discostarsi, più che per fare diversamente. Ma l’omologazione non è mai garanzia di successo, perché significa discostarsi dalla propria identità, che è unica e irripetibile. I grandi brand non copiano dagli altri, ma fanno di testa loro, e soprattutto non smettono mai di sperimentare nuove strade.

Ecco, a me piace pensare al Gay pride come celebrazione di tutto ciò che dovrebbe sempre essere anche in comunicazione: partire dalla consapevolezza di sé e rivendicarla in modo originale e unico. Più riusciamo a valorizzare le differenze e più saremo chiari, onesti e diretti. Il professionista o la professionista della comunicazione che vuole raggiungere risultati apprezzabili, riesce a cogliere e valorizzare tutte le sfumature della realtà, raccontandole con coraggio e senza compromessi. Un racconto banale, dove “la nonna fa a maglia, il nonno va a prendere il vino, la madre coincide con la signora delle pulizie, il padre lavora, i bambini si sporcano nel fango e le bambine pettinano le bambole” è una menzogna e in quanto tale, non è “buona comunicazione”.

Se tutto il marketing fosse attento al tema della diversità non solo per cavalcare l’onda mediatica del momento, ma intrinsecamente anche nel metodo di lavoro, anche nell’esercizio della creatività (o ancora meglio a monte, già a livello di prodotto), la nostra cultura sarebbe senz’altro migliore.

Per seguire la manifestazione, cliccate qui: FVG PRIDE.