![\"\"](\"https:\/\/benedettagargiulo.com\/wp-content\/uploads\/2019\/09\/copywriting-300x196.jpg\")
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Quando alla fine degli anni Novanta, Volkswagen lanci\u00f2 il nuovo modello del buon vecchio Maggiolino<\/strong>, si trov\u00f2 a dover comunicare la novit\u00e0 ai potenziali acquirenti. Iniziarono negli Stati Uniti, per poi arrivare in Europa e in Italia nel 1999. Chiaramente la New Beetle aveva tante cose da dire<\/strong> al suo pubblico: si trattava di un’automobile di marca tedesca completamente ridisegnata nelle forme e nella sostanza. Avrebbero potuto incentrare la campagna di lancio sul classico “effetto WOW”<\/strong>, scrivendo cose tipo:<\/p>\n “Nasce New Beetle. Niente sar\u00e0 pi\u00f9 come prima.”<\/p>\n “New Beetle. Bella fuori e tedesca dentro.”<\/p>\n “New Beetle. Design e innovazione da guidare.”<\/p>\n Sono quelle cose che le case automobilistiche scrivono sempre quando presentano un nuovo modello. Cose corrette<\/strong>, per carit\u00e0, ma anche banali<\/strong>. Sono quelle cose che se chiedi a tua nonna una frase da scrivere per il lancio di una nuova automobile, lei ti suggerisce in pochi minuti e con espressione trionfante. In pratica sono quelle cose che, usando il gergo delle agenzie di pubblicit\u00e0 di un tempo, “pu\u00f2 scrivere un account” (che significa che un copywriter professionista dovrebbe andare molto oltre<\/strong>).<\/p>\n Qual \u00e8 il punto?<\/p>\n Scrivere cose sensate, quando si chiede alla comunicazione di massimizzare la memorabilit\u00e0 del prodotto, non \u00e8 sufficiente. \u00c8 necessario scrivere cose che coinvolgano il pubblico.<\/strong> La nonna, gli account, l’azienda stessa sono perfettamente in grado di scrivere testi sensati, ma spesso banali e quindi inutili per l’obiettivo che ci si \u00e8 dati. I copywriter esistono per questo: trasformare un testo sensato, in un testo che viene non solo letto, ma anche assimilato, elaborato e poi interiorizzato.<\/strong><\/p>\n Ma non \u00e8 una questione di scelta di parole o di composizione della frase. \u00c8, a monte, una questione di pensiero creativo<\/strong>. Copywriting \u00e8 prima di tutto approccio laterale, \u00e8 studio, \u00e8 ore passate a guardare la parete in cerca di quello spunto che possa far accendere l’interesse del target.<\/p>\n E cos\u00ec, i creativi che hanno lavorato al lancio della New Beetle hanno pensato e pensato e pensato. E alla fine l’hanno trovato, quel gancio con cui coinvolgere i potenziali clienti. Hanno ragionato sul prodotto<\/strong>, che cosa rappresentava nel passato per il target e cosa rappresenta nella sua nuova versione. E si sono guardati i video degli anni Sessanta e Settanta, dove i giovani hippie andavano ai concerti lanciando fiori dai loro Maggiolini, ed erano belli e felici e parlavano di amore libero e di futuro e di come avrebbero cambiato il mondo, eliminando tutte le guerre. E hanno realizzato che quei giovani di allora, trent’anni dopo erano profondamente cambiati: negli anni Ottanta, si sono trasformati da hippie in yuppie, le guerre non sono finite, l’amore non \u00e8 poi cos\u00ec libero e il futuro si \u00e8 ridotto a nostalgia per il passato. Qualche senso di colpa \u00e8 d’obbligo per i vecchi fan del Maggiolino, ma la nuova versione dar\u00e0 loro una seconda chance (o almeno l’illusione di poterla avere).<\/p>\n